terzo paese

ARTE CONTEMPORANEA, MIGRAZIONE, AUTONARRAZIONE

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Il titolo trae spunto dal glossario sull’asilo e la migrazione Glossary of terms relating to Asylum and Migration, redatto dall’European Migration Network (EMN), uno strumento la cui terminologia giuridica e burocratica assume una dimensione paradossale, quando applicata a concetti complessi, visioni del mondo o fatti dietro cui si celano storie di vita personali e collettive.
Una delle parole del glossario è “Paese terzo”, che viene sempre usato per designare il Paese che non fa parte dell’Unione Europea, così come paese o territorio i cui cittadini non usufruiscono del diritto di libera circolazione, come definito dall’articolo 2(5) del Codice Frontiere di Schengen.
Una definizione, “Paese terzo”, che se capovolta diventa evocativa: “Terzo Paese”.

Non solo per l’assonanza evidente con concetti – terzo paesaggio, terzo potere, terzo mondo – noti al linguaggio politico o filosofico occidentale, ma per l’accezione di terzietà che associamo ad un luogo nuovo: non il luogo di origine, né quello di arrivo (che ad ogni nuovo incontro, si modificherà), ma una via altra, che prima non esisteva e che si realizza ogni volta in modo diverso per ciascuno. Il terzo paese è il posto che corrisponde al percorso di ciascun individuo e alla sua storia, il luogo che verrà creato, proprio a partire dalla memoria di ciò che si è e di ciò che si è lasciato, per costruire un futuro nuovo.

Per il corso abbiamo realizzato il logo e l’apparato grafico, ispiratɜ dalla rappresentazione del segno che lascia un tragitto, un percorso, verso una destinazione, ci siamo dedicatɜ allo storytelling, alla creazione di brochure e alla strategia di comunicazione social.

isole.blog/2023/03/02/terzo-paese/
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The title takes its cue from the Glossary of terms relating to Asylum and Migration, compiled by the European Migration Network (EMN), a tool whose legal and bureaucratic terminology takes on a paradoxical dimension when applied to complex concepts, worldviews or facts behind which personal and collective life stories are hidden.
One of the words in the glossary is “third country,” which is always used to designate the country that is not part of the European Union, as well as country or territory whose citizens do not enjoy the right of free movement, as defined by Article 2(5) of the Schengen Borders Code.
A definition, “third country,” which when turned upside down becomes evocative: “Third Country.”

Not only because of the obvious assonance with concepts-third landscape, third power, third world-known to Western political or philosophical language, but because of the meaning of thirdness that we associate with a new place: not the place of origin, nor the place of arrival (which with each new encounter, will change), but a different way, which did not exist before and which is realized each time in a different way for each one. The third country is the place that corresponds to each individual’s path and history, the place that will be created, precisely from the memory of what one is and what one has left behind, to build a new future.

For the program we created the logo and graphic apparatus, inspired by the representation of the sign that leaves a path, a route, to a destination, we devoted ourselves to storytelling, brochure creation and social communication strategy.